L’Unione europea ha invitato i Paesi membri ad impegnarsi per offrire agli studenti, le opportunità e gli strumenti per costruirsi un progetto di studio e di lavoro per il futuro. L’obiettivo è far crescere cittadini responsabili e contrastare la dispersione scolastica e la disoccupazione giovanile. L’alternanza costituisce un’importante “leva” per valorizzare il ruolo sociale delle scuole secondarie superiori sul territorio, quale risultato dell’innovazione del rapporto insegnamento/apprendimento, in cui l’attività didattica realizzata in aula interagisce con le esperienze vissute in contesti di lavoro, ove studenti e docenti consolidano le loro conoscenze, abilità e competenze e ne acquisiscono nuove. L’alternanza scuola‐lavoro prevede nove aspetti fondamentali:
AMBITI DI RIFERIMENTO
L’alternanza scuola‐lavoro si configura quale metodologia didattica innovativa dei percorsi di istruzione e formazione destinati agli studenti che hanno compiuto il quindicesimo anno di età. Nell’alternanza si intrecciano e interagiscono tra loro innovazioni metodologiche, organizzative e didattiche. Nello specifico:
- la metodologia centrata sull’esperienza di laboratorio e in contesti reali;
- la conoscenza del contesto lavorativo, delle sue dinamiche, dei ruoli;
- lo sviluppo della capacità di orientarsi e di sostenere scelte motivate degli studenti;
- l’integrazione dei saperi e l’acquisizione di metodi attivi, quali il problem solving;
- il Comitato Tecnico Scientifico (Comitato Scientifico nei licei) e i Dipartimenti.
L’autonomia delle istituzioni scolastiche e formative può trovare nei percorsi in alternanza una delle sue espressioni più concrete. Fondamentali risultano essere le seguenti azioni organizzative:
- Stabilire reti con le imprese, con le associazioni di rappresentanza, con le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, con gli enti pubblici e privati, inclusi quelli del terzo settore.
- Reperire fondi, infatti i percorsi in alternanza vengono generalmente finanziati con fondi erogati dal MIUR e da altri soggetti (Regioni ed Enti locali, soprattutto a valere sui fondi strutturali dell’UE; Unioncamere, singole aziende, ordini e collegi professionali, associazioni di categoria, …).
- Costituire un gruppo di lavoro, permanente e flessibile, che consente il presidio dei percorsi.
- Organizzare un sistema di monitoraggio. I percorsi in alternanza vengono accompagnati da una costante osservazione dei processi in atto, al fine di valutarne l’efficacia sugli studenti.
- Diffondere i risultati per capitalizzarli.
- Promuovere l’informazione rivolta agli studenti, alle famiglie sulle opportunità offerte dall’ alternanza e promuovere la formazione degli operatori coinvolti.
Inoltre c’è bisogno delle seguenti azioni di ricerca:
- Analizzare e ridefinire l’impianto curricolare attraverso la collaborazione tra i docenti e i referenti del mondo del lavoro.
- Promuovere la riflessione su nuovi metodi e strumenti di valutazione.
ALLEANZE TERRITORIALI
La fase preliminare della progettazione di un percorso di alternanza prevede, in genere, una conoscenza del territorio e una definizione dei fabbisogni formativi, che si realizza attraverso l’analisi di una serie di dati e informazioni resi disponibili da ricerche e rilevazioni condotte da soggetti esterni alla scuola. Successivamente sono individuate le realtà con le quali poter avviare collaborazioni che assumono sia la forma di accordi sia di convenzioni.
Le forme di accordo scuola-territorio
«I percorsi in alternanza sono progettati, attuati, verificati e valutati sotto la responsabilità dell’istituzione scolastica o formativa, sulla base di apposite convenzioni con le imprese, o con le rispettive associazioni di rappresentanza, o con le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, o con gli enti pubblici e privati, ivi inclusi quelli del terzo settore, disponibili ad accogliere gli studenti per periodi di apprendimento in situazione lavorativa, che non costituiscono rapporto individuale di lavoro» (D.Lgs. 15 aprile 2005, n. 77, art.1).
«Le convenzioni […] in relazione al progetto formativo, regolano i rapporti e le responsabilità dei diversi soggetti coinvolti nei percorsi in alternanza, ivi compresi gli aspetti relativi alla tutela della salute e della sicurezza dei partecipanti» (D.Lgs. 15 aprile 2005, n. 77, art. 3).
Gli accordi possono nascere da incontri svolti tra i diversi soggetti esperti del territorio e possono condurre alla formalizzazione di patti che diano stabilmente luogo a partenariati a durata pluriennale. Il numero di soggetti coinvolti varia in base al tipo di progetto da realizzare. Il caso più semplice è rappresentato dalla compresenza di solo due soggetti: la scuola (o una rete di scuole) e le singole imprese. Per la stipula dell’accordo risulta fondamentale il ruolo del Dirigente scolastico.
In conclusione le tappe del rapporto scuola‐territorio possono essere così sintetizzate:
- analisi del territorio;
- collaborazione tra le diverse realtà, che prelude ad una futura programmazione di un progetto condiviso;
- stipula di accordi per partenariati stabili.
Progettare in rete
Un percorso in alternanza può essere presentato da un istituto di istruzione secondaria di secondo grado:
- in convenzione con enti pubblici e privati, imprese, associazioni di categoria;
- in collaborazione con una agenzia‐ente di formazione.
La progettazione in rete prevede un istituto capofila che presenta la domanda per avviare attività in alternanza con un numero adeguato di istituti con un accordo di rete.
Lo scopo è quello di favorire un più stretto rapporto tra scuola e realtà territoriali, a sostegno dello sviluppo delle filiere produttive del territorio e dell’occupazione dei giovani. La realizzazione di progetti di alternanza, con fasi di esperienze di lavoro in Europa, può dare impulso al conseguimento di alcuni degli obiettivi seguenti:
- migliorare l’apprendimento delle lingue straniere;
- aumentare la mobilità e gli scambi;
- sviluppare lo spirito d’impresa;
- rafforzare la cooperazione a livello europeo;
- migliorare le competenze tecnico-professionali.
Il Comitato Tecnico Scientifico riveste un ruolo fondamentale per l’apertura della scuola all’esterno. I CTS svolgono un ruolo di raccordo sinergico tra gli obiettivi educativi della scuola, le esigenze del territorio e i fabbisogni professionali espressi dal mondo produttivo. Possono avere funzione consultiva e di proposta.
I Poli Tecnico‐Professionali nell’organizzazione dei percorsi di alternanza
Per la contestualizzazione dei progetti di alternanza un riferimento importante sono i Poli tecnico‐professionali.
Essi sono costituiti da reti formalizzate tra soggetti pubblici e privati attraverso accordi di rete, che contengono i seguenti elementi essenziali:
- l’individuazione dei soggetti: almeno due istituti tecnici e/o professionali, due imprese, un ITS e un organismo di formazione professionale;
- le risorse professionali dedicate;
- le risorse strumentali, a partire dai laboratori necessari per far acquisire, agli studenti, le competenze applicative richieste dalle imprese della filiera di riferimento;
- le risorse finanziarie allo scopo destinate;
- il programma di rete, definito all’atto di costituzione del Polo, contenente gli obiettivi strategici di innovazione e di innalzamento della qualità dei servizi formativi a sostegno dello sviluppo delle filiere produttive sul territorio e dell’occupazione dei giovani, anche attraverso la promozione dei percorsi in apprendistato.
Il funzionamento dei Poli consente di migliorare l’efficienza nell’utilizzo di risorse sia professionali sia strumentali. Esso è assicurato da:
- l’integrazione delle risorse professionali, logistiche e strumentali di cui dispongono gli istituti tecnici, gli istituti professionali, le strutture formative accreditate dalle Regioni e gli Istituti Tecnici Superiori a legislazione vigente;
- l’impegno delle imprese a mettere a disposizione proprie risorse professionali e strumentali;
- la flessibilità organizzativa delle istituzioni scolastiche e formative attraverso il pieno utilizzo degli strumenti di flessibilità esistenti.
PROGETTAZIONE CONDIVISA
L’alternanza è una metodologia basata sullo sviluppo di processi di apprendimento che promuovono la cultura del lavoro e privilegiano la dimensione dell’esperienza, in tal senso essa contribuisce ad orientare il Piano dell’Offerta Formativa perché si stabiliscano e si rafforzino i rapporti tra scuola/lavoro/territorio.
La didattica può offrire allo studente occasioni per apprendere attraverso l’esperienza e per elaborarla/rielaborarla.
Generalmente, tra le indicazioni di attività da realizzare, troviamo quelle di seguito riportate:
- definire il percorso da realizzare in impresa, coerente con le competenze, abilità e conoscenze da acquisire;
- preparare all’attività di stage attraverso quelle conoscenze necessarie per orientarsi, comprendere, e trarre il massimo beneficio dal nuovo ambiente di apprendimento;
- sensibilizzare e orientare gli studenti a riflettere sulle loro attese relative all’esperienza lavorativa;
- stimolare gli studenti all’osservazione di dinamiche organizzative e di rapporti tra soggetti nell’impresa;
- condividere e rielaborare in aula quanto sperimentato fuori dall’aula;
- documentare l’esperienza realizzata (anche attraverso l’utilizzo di ICT);
- disseminare i risultati dell’esperienza.
Data la dimensione curricolare dell’attività di alternanza, le discipline sono contestualizzate e coniugate con l’apprendimento mediante esperienza di lavoro.
La descrizione degli esiti di apprendimento, declinati in conoscenze, abilità e competenze, viene condivisa sin dalla fase di progettazione, accogliendo anche gli elementi forniti dai tutor al consiglio di classe, ed è alla base del riconoscimento dei crediti anche per un eventuale passaggio dello studente in percorsi di apprendistato. La progettazione definisce pertanto la procedura e gli strumenti per la certificazione finale.
Un tale processo, costruito in modo logico e organico, non solo consolida, negli studenti, l’incontro con il mondo del lavoro, ma diviene un’esperienza orientante, volta a favorire la conoscenza del sé e della società contemporanea, a sperimentare come risolvere problemi, cosa significhi pensiero critico, autonomia, responsabilità (imprenditività).
STRUTTURA ORGANIZZATIVA
La scuola può innovare la propria struttura organizzativa attraverso l’articolazione del Collegio dei docenti in Dipartimenti e la costituzione del Comitato Tecnico Scientifico. La scuola può anche dotarsi di un gruppo dedicato all’alternanza, cui possono partecipare soggetti esterni.
Progettare in rete
Il Collegio dei docenti delibera l’insieme delle attività che costituiscono il POF; il documento POF viene poi adottato dal CdI, che delibera la costituzione di reti.
Il Consiglio d’istituto adotta il POF; la ripartizione dei finanziamenti disponibili sulle diverse attività previste nel POF e il conseguente incentivo al personale, è materia di contrattazione. I Consigli di classe, decidono le modalità di realizzazione delle diverse attività, a seconda delle caratteristiche delle classi.
Il Dirigente scolastico, avvalendosi del gruppo di lavoro dedicato promuove le necessarie azioni e relazioni per la realizzazione di tutto il percorso. La gestione delle risorse finanziarie e umane è nel mandato del Dirigente scolastico.
Il Direttore dei servizi generali amministrativi predispone una scheda finanziaria dei progetti di alternanza in cui vengono indicati: l’estensione temporale del progetto, il periodo di attuazione, le fonti di finanziamento, i costi previsti e le quote di spesa complessiva, attribuita a ciascun anno finanziario in attuazione del Piano dell’offerta formativa. Tali schede, unitamente ad una dettagliata relazione sull’andamento delle attività svolte, concorrono alla stesura del conto consuntivo inerente l’esercizio finanziario di riferimento.
I Consigli di classe individuano le competenze da sviluppare in alternanza e concordano con i referenti interni ed esterni le azioni da intraprendere e le modalità di valutazione delle competenze da certificare. Comitato Tecnico Scientifico (o il CS), composto da docenti ed esperti del mondo del lavoro, delle professioni e della ricerca scientifica e tecnologica, può contribuire alla costruzione di un curricolo che tenga conto del lavoro e promuova un dialogo sistematico con il territorio.
Figure professionali. Le figure professionali strategiche, che intervengono sul percorso formativo, sono: il tutor interno, il tutor esterno. Il tutor interno dell’istituzione scolastica assicura il raccordo tra scuola, studente, famiglia, azienda per promuovere quella corresponsabilizzazione necessaria alla positiva riuscita del percorso formativo. Elabora, insieme al tutor esterno, il patto formativo che verrà sottoscritto dalle parti coinvolte (scuola, impresa, studenti). Aggiorna il Consiglio di classe sul procedere dell’attività e verifica lo svolgimento dei percorsi. Acquisisce elementi per il monitoraggio e la valutazione. Il tutor esterno è il referente dell’impresa. È incaricato di assicurare il raccordo tra impresa, scuola, studente: agisce in stretta collaborazione con il tutor interno. Assicura l’accoglienza e l’inserimento stabilendo una relazione corretta dello studente con l’impresa, è, quindi, la persona di riferimento per lo studente durante la fase di stage/tirocinio. È inoltre tenuto a fornire all’istituzione scolastica gli elementi concordati per valutare le attività dello studente e l’efficacia dei processi formativi. È designato dalla struttura che ospita lo studente.
REALIZZAZIONE
Le attività di orientamento in alternanza
Generalmente, in preparazione all’attività da svolgersi in situazioni di lavoro, gli studenti partecipano a percorsi formativi e di orientamento; insegnanti della scuola e/o esperti esterni chiariscono quale sarà il tipo di attività che svolgeranno, con quali diritti e doveri; quale rapporto dovrà esistere tra l’attività a scuola e l’attività di stage/tirocinio. E’ opportuno che l’istituzione scolastica o formativa verifichi preliminarmente che l’impresa individuata offra un contesto anche ambientale adatto ad ospitare gli studenti e risponda ai requisiti richiesti dalla normativa vigente, generale e specifica.
Gli strumenti di accompagnamento all’esperienza in contesti lavorativi
Il percorso di alternanza è supportato da una documentazione e da strumenti di accompagnamento che permettono la formalizzazione dell’esperienza, la narrazione delle attività svolte e la trasparenza degli apprendimenti e delle competenze conseguite nel percorso. I documenti di accompagnamento all’esperienza in situazione di lavoro, per lo più prodotti dalle scuole, sono: scheda di adesione al percorso di alternanza, dichiarazione di assenso del genitore (o di chi ne fa le veci), convenzione per lo stage/tirocinio, patto formativo, valutazione dei rischi per l’attività in impresa.
Scheda di adesione al percorso in alternanza e dichiarazione di assenso del genitore
(o di chi ne fa le veci). La scheda contiene il programma, le attività da svolgere nel periodo di permanenza nell’impresa, indicazioni in merito all’osservanza di norme comportamentali. Il documento è sottoscritto dallo studente e dai genitori (per studenti non maggiorenni). In particolare la “dichiarazione di assenso del genitore” riporta l’indicazione della posizione assicurativa che copre i rischi di responsabilità civile verso terzi e di infortuni sul lavoro per ogni tipologia di incidente che possa avvenire durante la permanenza presso l’impresa.
Convenzione per lo stage/tirocinio
L’esperienza in contesti di lavoro è progettata ed attuata sulla base di una convenzione che viene stipulata tra la scuola e l’impresa. Nelle convezioni le scuole fanno riferimento alle finalità del percorso in alternanza con particolare attenzione alle attività da svolgersi durante l’esperienza di lavoro, alle norme e alle regole da osservare, all’indicazione degli obblighi assicurativi, del rispetto della normativa sulla privacy e sulla sicurezza dei dati. La convenzione presenta, solitamente in calce o con specifico allegato, il patto formativo e un modello di attestazione riguardante la normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e dei relativi adempimenti quali:
- determinare la valutazione dei rischi e fornire le informazioni relative a chi esercita la patria potestà;
- attivare procedure di formazione ed informazione degli studenti;
- svolgere la visita medica preventiva.
Si riscontrano riferimenti alla gratuità del percorso (ovvero senza retribuzione per gli studenti), a norme e regole, comprese quelle inerenti la tutela della salute e la sicurezza; alla designazione dei tutor, un tutor interno designato dalla scuola ed un tutor esterno indicato dall’impresa.
Patto formativo
Il patto formativo è il documento con cui lo studente (identificato per nome, cognome, data di nascita, codice fiscale, classe di appartenenza) si impegna a rispettare determinati obblighi (rispetto di persone e cose, abbigliamento e linguaggio adeguati all’ambiente, osservanza delle norme aziendali di orari, di igiene, sicurezza e salute, riservatezza relativamente ai dati acquisiti in azienda), a conseguire le competenze in esito al percorso, a svolgere le attività secondo gli obiettivi, i tempi e le modalità previste, seguendo le indicazioni del tutor esterno e del tutor interno, e facendo ad essi riferimento per qualsiasi esigenza o evenienza.
Valutazione dei rischi per l’attività in impresa
Il documento di valutazione dei rischi è a cura dell’impresa ed è integrato da una sezione dedicata agli studenti (mansioni, eventuali attrezzature e dispositivi di protezione, …). In esso l’impresa si impegna a garantire, attraverso il tutor esterno, l’assistenza e la formazione necessari, la conformità e la sicurezza di attrezzature e ambienti, a documentare rischi specifici e cambiamenti nelle condizioni di sicurezza, avvisando tempestivamente la scuola.
VALUTAZIONE DEGLI APPRENDIMENTI
L’utilizzo della metodologia dell’alternanza trasforma il modello di apprendimento legato alle singole discipline in un diverso modello, che riconosce il valore degli apprendimenti acquisiti in modo informale e non formale nell’azione didattica, consentendone il riconoscimento in termini di competenze e di potenziale successo formativo dello studente. L’attenzione al processo consente di attribuire valore, nella valutazione finale, anche agli atteggiamenti e ai comportamenti dello studente; l’esperienza di stage/tirocinio sviluppa, di solito, competenze trasversali che sono legate anche agli aspetti caratteriali e motivazionali della persona.
I soggetti coinvolti e gli strumenti per la valutazione degli apprendimenti
La valutazione rappresenta un elemento fondamentale nella verifica della qualità degli apprendimenti. I risultati delle esperienze di alternanza sono valutati in diversi modi dalle scuole; esistono però modalità strutturate e strumenti ricorrenti che possono essere utilizzati: le prove esperte, le schede di osservazione, i diari di bordo. La valutazione del percorso in alternanza è finalizzata all’accertamento delle competenze sviluppate. Le fasi proposte dalle scuole per l’accertamento delle competenze risultano:
- descrizione delle competenze attese al termine del percorso;
- accertamento delle competenze in ingresso;
- programmazione degli strumenti e azioni di osservazione;
- verifica dei risultati conseguiti nelle fasi intermedie;
- accertamento finale delle competenze.
I risultati finali della valutazione vengono sintetizzati nella certificazione finale. La valutazione finale degli apprendimenti a conclusione dell’anno scolastico, viene attuata dai docenti del Consiglio di classe tenuto conto delle attività di valutazione in itinere svolte dal tutor esterno sulla base degli strumenti predisposti. La valutazione del percorso in alternanza è parte integrante della valutazione finale dello studente ed incide sul livello dei risultati di apprendimento conseguiti.
CERTIFICAZIONE
Gli strumenti già adottati per garantire la trasparenza dei percorsi formativi e il riconoscimento delle competenze sono: il modello di certificazione dei saperi e delle competenze di base acquisite nell’assolvimento dell’obbligo di istruzione e il Libretto formativo del cittadino, ove vengono registrate oltre alle esperienze lavorative/professionali e formative, i titoli posseduti e le competenze acquisite nei percorsi di apprendimento.
L’istituzione scolastica elabora e compila, in genere, una certificazione del percorso in alternanza, inserendovi:
- i dati anagrafici del destinatario;
- i dati dell’istituto scolastico;
- i riferimenti alla tipologia e ai contenuti dell’accordo che ha permesso il percorso in alternanza;
- le competenze acquisite, indicando, per ciascuna di esse, il riferimento all’ordinamento e all’indirizzo di studio;
- i dati relativi ai contesti di lavoro in cui lo stage/tirocinio si è svolto, le modalità di apprendimento e valutazione delle competenze;
- la lingua utilizzata nel contesto lavorativo.
Trasversalità e rilevanza della certificazione
Lo studente. La certificazione degli esiti testimonia la valenza formativa del percorso, valorizza le vocazioni, gli interessi e gli stili di apprendimento dello studente con una forte funzione di orientamento. La mobilità . La certificazione delle competenze in alternanza, predisposta dall’istituzione scolastica rappresenta uno strumento per il riconoscimento di crediti ai fini di facilitare la mobilità dello studente, sia ai fini della prosecuzione del percorso scolastico o formativo per il conseguimento del diploma, sia per gli eventuali passaggi tra i sistemi, ivi compresa l’eventuale transizione nei percorsi di apprendistato. L’ occupabilità . La valutazione e la certificazione delle competenze hanno l’obiettivo prioritario di riconoscere e valorizzare il potenziale degli studenti, anche ai fini dell’occupabilità. L’a uto‐valutazione e l’auto‐orientamento . La certificazione trasparente consente allo studente di conoscere, di condividere e di partecipare attivamente al conseguimento dei risultati, potenziando la propria capacità di autovalutarsi sul modo di apprendere, di misurarsi con i propri punti di forza e di debolezza, di valutare meglio le aspettative per il futuro. La trasparenza e la qualità dell’offerta formativa della scuola . Per mezzo della descrizione delle attività, la scuola rende trasparente e osservabile, il processo attivato in relazione ai risultati conseguiti.
VALUTAZIONE DEL PROGETTO
Le scuole utilizzano in genere, nella valutazione di sistema dei progetti dei percorsi in alternanza, alcuni indicatori, quali:
- la coerenza tra gli esiti delle indagini sui fabbisogni professionali del territorio, le proposte delle istituzioni scolastiche e formative, le attitudini degli studenti. Questo indicatore di risultato assume particolare rilievo per valutare il successo dei percorsi in alternanza;
- la presenza di un accordo stipulato all’interno della rete territoriale/provinciale/regionale;
- la presenza di partenariati con esperienze diversificate;
- la descrizione delle attività svolte anche in contesti lavorativi;
- l’individuazione degli strumenti per la valutazione delle competenze da certificare;
- la descrizione delle competenze acquisite nei percorsi in alternanza;
- il monitoraggio e valutazione in itinere e in esito.
- il contesto normativo: ogni progetto di alternanza fa riferimento alla normativa nazionale e regionale;
- il territorio: la presenza di un’analisi del territorio che permetta di comprendere i fabbisogni professionali qualifica l’offerta formativa scolastica.
- la struttura organizzativa: la presenza di un gruppo di progetto supporta le istituzioni scolastiche nello svolgimento delle attività connesse alla progettazione, gestione, monitoraggio e diffusione del progetto.
- la progettazione: elementi come la cultura del lavoro, l’economia del territorio, l’organizzazione aziendale, la comunicazione in contesti informali e non formali arricchiscono ed integrano il curricolo. La tipologia di percorso varia per i diversi ordini di studio, assumendo, a seconda dei casi, un carattere più orientativo o più professionalizzante;
- la realizzazione: le fasi significative di un percorso in alternanza sono l’attività d’aula e il periodo di stage/tirocinio di cui occorre specificare il “peso” sul totale delle ore del percorso. Fondamentali sono le modalità di esercizio delle funzioni del tutor interno e del tutor esterno;
- la valutazione: rappresenta un elemento fondamentale nella verifica della qualità degli apprendimenti;
- la certificazione: la presenza e la qualità di un certificato che attesti ed espliciti le competenze acquisite, spendibili in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e personale, è l’atto conclusivo del percorso.
RISORSE FINANZIARIE
I percorsi in alternanza sono finanziati, a partire dall’esercizio finanziario 2012, con le risorse destinate al “Fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche”40 sulla base di criteri e parametri per l’assegnazione diretta alle scuole, stabiliti con decreto del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Ulteriori risorse pubbliche e private (finanziarie, professionali, logistiche e strumentali) possono contribuire, come già avviene in molti casi, alla realizzazione dei percorsi in alternanza (fondi strutturali dell’UE, contributi di Unioncamere, di singole imprese, di ordini e collegi professionali, di associazioni di categoria, di Regioni ed Enti locali, ecc.) per sostenere la collaborazione delle istituzioni scolastiche e formative con il mondo del lavoro e delle professioni.




